«Non ho mai potuto fare il dirigente sportivo perché nel nostro Paese la competenza nello sport è un elemento di destabilizzazione». Pietro Paolo Mennea.

venerdì 25 giugno 2010

Dal vostro inviato...


Se una foto vale 1.000 parole, questa ne vale 2.000.

QUEL CHE LA TELEVISIONE NON RACCONTA, E CHE A VOLTE VIENE CERCATO DALLA CURIOSITA’ DELLA PASSIONE. COME IL DIETRO LE QUINTE DI UNA GIORNATA AL CAMPIONATO ITALIANO (GARE FEMMINILI).

CIAO RIESE; Riese Pio X mi accoglie con un sole che preannuncia una giornata bella calda. Dopo aver cercato un posto macchina facendo avanti e indietro tre volte (per il Giro saran dolori trovar parcheggio), eccomi di buon passo verso la zona arrivo. La prova Juniores donne è in pieno svolgimento ma si vede che si tratta di cicliste giovani. Pochi giovanotti e tante famigliole che fanno su e giù lungo il marciapiede che affianca il rettilineo d’arrivo (e partenza…).
Le prime ragazze ritirate sono sedute sui muretti. Una di loro è stata battuta dal mal di schiena. Potrebbe avere carriera breve, speriamo di no; auguri. Un’altra siede pacifica e silenziosa su un muretto basso. Sembra aspettare, ma chi non si sa. Alcuni spettatori le chiedono come mai si è ritirata. Intanto, tutti aspettano la volata della corsa; delle ragazze distribuiscono centinaia di bicchieri di tè freddo (uno sponsor molto noto nelle gare ciclistiche). Lo faranno per tutto il giorno. I Led Zeppelin, tramite altoparlanti, sono la colonna sonora di quei momenti.
PIU’ RISPETTO PER LE CICLISTE!; Arriva la campionessa italiana a cronometro juniores, ora anche in linea. Arrivo in solitaria, e applausi meritati. Podio, medaglie, maglia tricolore e presa per i fondelli; l’inno italiano viene irradiato forse per un quarto di quella che è la solita durata; ridicolo, assolutamente ridicolo. Un momento così sentito come salire sul podio, indossare la maglia tricolore e ascoltare l’inno nazionale. Un’emozione tarpata sul nascere; inaccettabile. Come ancora più antipatico vedere che quel momento è stato castrato senza remore, perché i vari sindaci, presidente di questo, assessore di quest’altro devono salire sul palco per l’ennesima fotografia. Bravi, complimenti, ed andatevene a quel paese pagliacci vestiti a festa. Voi che la fatica l’avete fatta per salire i sei scalini che portano al palco. E questo teatrino è stato ripetuto per la premiazione delle donne elite. Ma andate a vedere cos’è una ciclista!
MA QUANTI BEI GIOVANOTTI!; Si arriva a mezzogiorno, nell’aria si annusa qualcosa di diverso. Infatti cominciano a spuntare come funghi tanti giovanotti in fascia d’età 25 – 35; combinazione, di lì a 10 minuti ecco le prime ragazze per la prova elite. Ma pensa! Tra fotografi, motociclisti e ragazzi che non c’entrano un’accidente, l’ormone maschile si espande nell’aria senza complimenti. “Ciao, come stai?... che mi dici?.... ti è arrivata la foto?.......” ma che gentili noi maschietti!
A proposito; se vi dicono che il ciclismo fa bene alla cellulite – messaggio per le donne che leggeranno – sappiate che un po’ ve la raccontano, soprattutto a guardare certi retro-coscia di diverse atlete. Arrivano le big; sua maestà Guderzo pedala pacifica, ripasserà con due ruote per la sua bici (Speriamo siano le sue!!). La forte Giorgia Bronzini è ancora in bermuda, e si coccola un cagnetto che tiene in braccio mentre passeggia lungo il rettilineo d’arrivo. La Cantele ha l’aria annoiata, pedala avanti e indietro in ciabatte (!). Spunta una grande ex; Diana Ziliute più che altro per chiacchierare con quasi tutte.
ALLORA SI PARTE?; Intanto il tempo passa, anche troppo. Tutte le concorrenti iniziano a fare avanti e indietro perché non trovano la zona del foglio firma; ce l’hanno a pochi metri e ci passano davanti di continuo! Intanto lo speaker recita; “Preghiamo le concorrenti di iniziare l’avvicinamento al palco per le foto delle rappresentanti regionali, grazie” come si allontana il microfono dalla bocca...; “qualcuno va a dirgli che si muovano, o no? La finiscono di fare quel che gli pare, che tra 15 minuti si deve partire?” Stupendo. La Guderzo è di buon umore, come sempre o quasi. Alla partenza (per ultima!) le scappa un; “Ohh! Dove andate? Pianoo!!)
VAI MONIA!; all’inizio del primo giro, già una fuga. Nel gruppo ecco la reazione all’ultimo chilometro del passaggio, viene annunciata una forte accelerazione; “Gruppo allungato!! La campionessa del mondo è uscita dal gruppo!!). infatti l’angelo azzurro passa come un jet rasente alle transenne. Bucherà nello stesso giro! Ma è solo l’antipasto per le fiamme azzurre. Nell’ultimo giro iniziano ad accalcarsi tutti i fotografi; “stai basso, che mi copri!” “ e dove mi metto? Me la fai tu la foto?” e tutti discorsi così. Ecco la volata; Mania Baccaille vince con una volata da oscar sul gruppetto di fuggitive. Qualche minuto dopo ecco il grosso del plotone. La Guderzo passa il traguardo a braccia alzate; la notizia delle compagna vincente è arrivata. Che la festa cominci.
CIAO RIESE; ormai sto raggiungendo la macchina. Mentre salgo noto una ciclista che cammina pacifica in cerca di qualcosa o qualcuno, zainetto in spalla. Guarda qui, guarda là… È dall’altra parte della strada. Nessuno la degna di uno sguardo, la calca è lontana. Mi pare di conoscerla; Eva Lechner. Ciao Eva, ci vediamo al Giro?

domenica 13 giugno 2010

LEALI......A TUTTI I COSTI?



UN MOMENTO DI RELAX IN UNA CALDA DOMENICA, SFOGLIANDO UN QUOTIDIANO SPORTIVO DOPO UNA MATTINATA IN SELLA. ECCO LA PAGINA SUL CICLISMO; MI RACCONTA CHE…

Per chi non lo sapesse, da pochi giorni è iniziato il Giro-Bio. Il vecchio Giro d’Italia dei dilettanti, simpaticamente soprannominato Giro-Baby. Corsa ciclistica lunga una decina di giorni da dove, solitamente, escono i campioni del domani. Che Dio li aiuti!
La squadra ciclistica Lucchini-Unidelta è stata espulsa dalla manifestazione perché, in un’operazione di controllo avviata dalla Procura di Padova, presso diverse sedi (tra queste l’abitazione di Bruno Leali, Team Manager), sono stati trovati medicinali, integratori, farmaci vietati e siringhe.
Bruno Leali ha detto (non posso copiare dalla Gazzetta Sportiva perché la riproduzione è riservata) che queste porcherie le teneva nello zaino pronte all’uso, ma che aveva intenzione di usarle solo dopo essersi fatto fare una ricetta dal medico sociale. Leali era consapevole anche di non poter tenere queste medicine, ma l’ho ha fatto per poter “intervenire rapidamente.” Capirete che queste ultime due parole, sono inaccettabili (come se il resto fosse acqua di rose).
Il Giro-Bio è un’idea pensata per far diventare la carovana un’enorme carrozzone controllabile su diversi aspetti. I ragazzi mangiano insieme, dormono insieme in caserme dimesse oppure collegi ora vuoti perché chiuse molte scuole, fanno i massaggi assieme, ecc… Che i controlli nell’ambiente dei dilettanti siano troppo pochi, è storia che va avanti da anni. Come nel ciclismo amatoriale, sembra che il doping esista solo tra i professionisti. Ora che si è aperta questa ennesima fogna, la speranza è che i controlli vengano moltiplicati a velocità del fulmine, ma come capita di solito in occasioni come queste, chi aveva porcherie nascoste le avrà già fatte sparire nello scarico (e non penso sia solo un modo di dire!).
Tanti ex ciclisti del periodo ’80 e ’90 hanno convissuto con il doping, quando non fattone uso. Tanti si sono tappati le orecchie o il naso, cercando di farsi gli affari propri per non inguaiarsi in rogne più grandi di loro. Altri invece hanno deciso che il ciclismo di ieri, è l’unico modo di far andare avanti il carrozzone di oggi. Spremuti loro nel ciclismo di 20 anni fa, spremiamo i ragazzi di oggi. Se oggi un genitore decidesse di bucar le gomme alla bici di suo figlio dodicenne per non fargli frequentare l’ambiente ciclistico, chi gli darebbe torto? La colpa è di tutti? Per il doping proprio per niente, perché il generalizzare vuol dire alzare quel polverone di frasi fatte che permette ai falsi di nascondervisi dentro; la colpa è di persone false e disoneste, degli ancora troppi “Leali” che spargono marciume tra i giovani. Troppi ex degli anni ’80 e ’90 sono riusciti a salire sulle ammiraglie in questi anni.
La gente che ha vera passione per lo sport od il ciclismo sa apprezzare anche chi pedala a 25 di media, e non che viaggiano come motorini a 18 anni. Se credono che noi appassionati vogliamo ogni anno il record per salire sull’Alpe d’Huez o sul Croce d’Aune, sui 200 stile libero, sui 400 metri ad ostacoli, non è così. Lo sport continua ad ammazzarsi da solo; continuerà così o si stancherà?